Home Calcio Napoli Dammi tre parole: il focus sulla settimana azzurra in tre definizioni

Dammi tre parole: il focus sulla settimana azzurra in tre definizioni

Non ricordo a mia memoria di tifoso di essere arrivato così scazzato e privo di adrenalina ad uno Juve-Napoli come in questa occasione. La stroncatura di ogni velleità di scudetto con la sconfitta rimediata con l’Inter mi ha riportato a quell’ordinaria gestione del tifo che lo scorso anno era stata messa a riposo dal turbillon costante e continuo di emozioni che rendevano la vita come l’intervallo tra una partita e l’altra. Non si tratta di rassegnazione, perché c’è la certezza quasi matematica che in un tempo non siderale (settimane o al massimo mesi) si tornerà ad essere protagonisti, almeno nel nostro campionato, perché il potenziale di fuoco di questa squadra è, al momento, inferiore solo a quello dell’Inter, con la quale ce la si può giocare comunque dalla panchina (quindi non quest’anno). Juve e Milan sono individualmente molto meno dotate di noi e Roma e Lazio sono totalmente instabili. Allo stato attuale, analizzando le partite è veramente arduo non rischiare di essere ripetitivi.

 

KRIPTONITE. La sensazione nettissima è che lo standard della capacità di concentrazione sia al livello dei moscerini del mosto. Nelle partite con Inter e Real si è manifestata soprattutto con dei passaggi a vuoto di tutta la squadra che hanno generato praterie sconfinate ad uso e consumo degli avversari. In altri casi, come con la Juve ma anche con l’Empoli (l’Empoli, cazzo, l’Empoli) è accaduto perché i calciatori più rappresentativi della squadra sono riusciti a mangiarsi gol che pure un Datolo bendato e con due scarpe sinistre avrebbe buttato dentro. Insomma, è venuta meno quella volontà di fare a brandelli chiunque si parasse davanti, caratteristica peculiare e speriamo non irripetibile del Napoli vincente del recentissimo passato. Si gioca ancora benissimo ma con quella punta di uallera a far capolino nei momenti topici. Continuo convintamente a sostenere che passerà, ma serve una svolta che non sembra essere stata indovinata col cambio di allenatore, che del vecchio sé stesso ha conservato la propensione a trovare scuse e a puntare il dito sull’orologio, ma quanto a grinta sembra il fratello rincoglionito e disinnescato del signor bellicapelli che ci aveva, a sprazzi, fatto divertire una dozzina di anni fa.

 

ARBITRI. So per certo di attirarmi addosso l’impossibile a livello di improperi ma come mi sono stufato di sentire che gli arbitri ci penalizzano non se ne può avere una vaga idea. Attenzione, non dico che non ci siano saltuariamente delle sviste, talvolta clamorose, ma il pensiero diffuso che siamo oggetto di persecuzioni per ordine costituito mi ha letteralmente fracassato le palle. Siamo presi per il culo da decenni per questa propensione al vittimismo. Ci sono pagine facebook che pullulano di iscritti su questo argomento ed è lo sfottò più diffuso tra i tifosi di altre squadre non appartenenti alla categoria dei macachi lobotomizzati (tipo quelli dei cori razzisti). Il punto è che hanno ragione. E non si parla dei ladrocini conclamati della Juve, che sono evidenti e sentenziati dai tribunali, e nemmeno dei rapporti tra federazione e qualche presidente di squadre di vertice. Qui parliamo del fatto che, avendo ormai la possibilità di guardare un considerevole numero di partite ogni settimana, il Napoli non è una squadra trattata peggio delle altre. Diciamo piuttosto che in Italia il livello medio degli arbitri è basso e che il VAR è gestito alla cazzo a livello centrale perché non sanno neanche loro come e perché applicare alcune regole. Non esiste più una certezza che sia una (il rigore dell’Inter di ieri lo su 10 arbitri/VAR lo avrebbero dato in 5, forse). Bisogna protestare affinché si trovi univocità nell’applicazione delle regole. Ma il Napoli martire è una cazzo di favola e definire Orsato (puttanata di Pjanic a parte) un arbitro anti Napoli è ridicolo. Ora prego, potete partire con gli insulti.

 

CAPITANO. Rivoglio il mio capitano. Tra quelli con lo sguardo più spento c’è proprio lui. Sta giocando comunque su standard più alti degli altri appartenenti alla piccola crocchia dei fuoriclasse, ma dà la sensazione netta di non crederci lui per primo. Anche in questo caso sono certo sia un fatto temporaneo e probabilmente una delle peggiori stronzate fatte da Garcia, che ne mise in discussione il ruolo pretestuosamente, solo per rimarcare che si dovevano abbandonare i vecchi punti di riferimento per riassegnarli per sua indicazione. Sta di fatto che sembra un soldato con l’arma un po’ spuntata piuttosto che il generale che ha condotto la squadra al trionfo

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