Home Calcio Napoli Dammi tre parole: il focus sulla settimana azzura in tre definizioni

Dammi tre parole: il focus sulla settimana azzura in tre definizioni

La campana alla fine ha suonato.

Adesso è l’ora di passare all’incasso. Chi non ha fatto altro che piagnucolare per settimane ha avuto il suo

 

TRIONFO. Da sempre l’obbiettivo primario dei tifosi nostrani è quello di sperare nell’inciampo di qualcuno per poter sostenere l’ardita tesi di essere stati bravi profeti di sventura. E a furia di profezie di sventura siamo andati avanti fino allo scorso anno, in cui gli incastri sono stati tutti perfetti e veramente in pochi hanno potuto ancora trovare argomenti per screditare qualcuno dei protagonisti. Tutti questi hanno sì gioito con la squadra, sbandierato senso di appartenenza e orgoglio, ma sotto sotto hanno sempre sperato che il rientro della propria bandiera nei ranghi della mediocrità fosse molto più proficuo per sciorinare le proprie opinioni. Ecco, per tutti questi, oggi è il giorno del trionfo. Tutti contenti che finalmente Garcia verrà trombato, tutti col polpastrello rovente per poter tornare a piangere sulle proprie disgrazie come si confà a tutta la retorica folkloristica tanto cara a chi deve raccontare una Napoli sottomessa e perdente. A voi che vi sentite più a vostro agio nella tragedia suggerisco di approfittare di questo momento perché c’è una cosa che vi sfugge. Vi sfugge che la

 

RIVOLUZIONE è già in stadio avanzato e quello che sta succedendo in questo momento è solo l’inevitabile insostenibilità di un peso che nessuno degli attori aveva mai dovuto sopportare, quello di andare in scena da vincenti. In una piazza come questa, disabituata a vincere ma tendenzialmente pretenziosa, questo peso è cento volte maggiore. Questa stagione sarà probabilmente di transizione, ma il fatto che nonostante non ci sia stata una singola partita veramente convincente (per quanto mi riguarda neanche quelle vinte facendo 4 gol) siamo ancora in zona Champions, la dice lunga sul livello del parterre. Quindi col cambio di manico si potrebbe tenere il posto tra i migliori anche continuando a giocare di merda come fatto finora. Ma la rivoluzione è in atto e il Napoli è tra le squadre che continueranno a giocarsi la posta massima nei prossimi anni. Speriamo che il piagnisteo lasci il posto al tifo. In quel caso forse si potrà vincere anche grazie ai propri “sostenitori” invece che nonostante loro.

 

Questo ciclo sventurato ma non troppo si chiuderà con l’inevitabile cacciata di Garcia che al momento non è ancora stato comunicato ma che tutti danno per scontato. Quindi ora la domanda che si stanno ponendo tutti è

 

CHI? E la risposta è semplice: chiunque. Compresi quei nomi da brivido caldo come Mazzarri e i Cannavaro Bros. Fuori Garcia, chiunque arrivi non avrà mai la squadra che desidera e dovrà lavorare su un telaio già definito, peraltro ammaccato. Garcia ha dovuto fare più o meno lo stesso, perché quella del mezzo toscano è stata una fuga a tradimento ed un nuovo allenatore deve partire da un progetto che va costruito con un minimo di tempo a disposizione. Molto probabilmente Garcia si sarebbe ugualmente rivelato una pippa, ma il beneficio del dubbio di aver dovuto adattare sé stesso al progetto e non il contrario, bisogna darglielo e chiunque arrivi domani dovrà fare esattamente lo stesso. Quindi tecnicamente servirà qualcuno che a differenza del francese riporti il Napoli a giocare col metodo Spalletti (ricordate il primo anno di Ancelotti? Di ancelottiano non aveva nulla, giocava a memoria con il modulo di Sarri). Se arrivasse qualcuno presuntuoso come il francese, pronto a rivoluzionare quella che era stata una macchina perfetta, dovrebbe avere a differenza di Garcia, un carisma della madonna. Si tratta di pescare un jolly, che di ragionato in una condizione come questa rimane molto poco. Gli obiettivi stagionali sono più o meno ancora tutti lì. Lo scudetto è improbabile a meno di miracoli ma la zona Champions è lì nonostante lo schifo visto finora. La Champions League resta uno sfizio irraggiungibile che avremmo potuto sculare lo scorso anno se i calciatori non fossero arrivati con la lingua a terra ma che oggettivamente quest’anno non si può neanche mettere sul tavolo per non rischiare di essere presi per il culo. Restano la Coppa Italia e la Supercoppa, raggiungibilissime e che comunque rimetterebbero al posto che merita una squadra ancora zeppa di grandissimi calciatori. Il tutto per arrivare a fine anno e liberarsi di un po’ di zavorra e prendere a pedate nel culo chi ha avvelenato i pozzi quest’anno e tentare di costruire con i soldi che ne verranno un nuovo Napoli finalmente, seriamente affrancato da quello benedetto dal Destino della stagione 2022-23.

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