Passata la delusione del momento, la rabbia del post partita e (per qualcuno) passata una notte di lacrime e pensieri, i tifosi del Napoli si sono svegliati ed hanno provato a razionalizzare. Eh già, perché quando uno insegue un sogno ad occhi aperti e all’improvviso, causa la sventura e qualche ingiustizia, se lo vede svanire all’ultimo soffio, non c’è altra soluzione che quella di provare a darsi una spiegazione razionale. Così, dopo il caffè della mattina e una bella colazione al bar, i tifosi azzurri hanno provato ad interrogarsi più a fondo e dopo i primi momenti di sconforto con i vari “Tanto vogliono far vincere la Juve” e “Si può giocare solo per il secondo posto perché loro hanno gli arbitri dalla loro parte”, ci si è resi conto che, in realtà, se il Napoli avesse battuto la Roma, adesso starebbe ancora a +4 dai bianconeri. La vera delusione di sabato sera, infatti, è stata la sconfitta inaspettata con la Roma più che la vittoria della Juve con la Lazio al fotofinish. Perché, come ha sempre detto Sarri, noi dobbiamo giocare tutte finali fino al termine del campionato e non guardare agli altri.
Ci sta che la Juve espugni l’Olimpico, non ci sta che una squadra che vuole vincere lo scudetto crolli sotto i colpi di una Roma distrutta e sfasciata. E così, al di là delle giuste considerazioni sul fatto che alla Lazio manca un rigore e che la Juve ha vinto ancora una volta di misura e non meritando, alla fine bisogna essere lucidi e comprendere che per vincere qualcosa si deve essere più forti anche della sfortuna e dei possibili aiuti che arrivano alla Juventus, fossero anche solo dovuti al cosiddetto “condizionamento arbitrale” o “sudditanza“. Normale che adesso tutti ci chiediamo che fine abbia fatto il Var, improvvisamente sparito dopo le proteste della Juve.
Ma i tifosi del Napoli sono arrivati ad un bivio: si vuole crescere e vincere qualcosa oppure si vuole continuare ad essere secondi e protestare? Se il Napoli avesse battuto la Roma, oggi avrebbe fatto un bel passo in avanti nella lotta allo scudetto. Lotta che è ancora aperta: il Napoli può vincerle tutte (compresa la sfida allo Stadium con la Juve) e diventare campione d’Italia. Ai ragazzi di Sarri, ai quali va comunque l’Oscar di migliore squadra d’Europa in quanto a organizzazione di gioco e spettacolo, il compito ed il coraggio di provarci. Senza pensare a rimuginare sugli errori arbitrali o sul calendario o sui budget o sulle rose. Niente alibi. Il Napoli ha tutte le carte in regola per vincere tutte le partite che restano. E poi non è detto che la Juventus batta l’Atalanta nel recupero di campionato, quindi al momento gli azzurri sono ancora primi con un punto di vantaggio sugli uomini di Allegri. La domenica nera per gli sportivi napoletani, però, non è finita nel momento in cui si è riusciti ad accettare la sconfitta con la Roma. La triste dipartita di Davide Astori ha annullato qualsiasi possibile ritorno di entusiasmo. Che Astori riposi in pace. Come i bambini che ogni giorno stanno morendo in Siria e ai quali le nostre tv non dedicano spazio.
Il direttore: Alessandro Migliaccio
Giornalista e scrittore, autore di numerose inchieste nazionali sulla camorra, sugli sprechi di denaro pubblico, sulla corruzione, sulle truffe e sui disservizi in Italia. Ha lavorato dal 2005 al 2020 per “Le Iene” (Mediaset), affermandosi con una serie di servizi che hanno fatto scalpore tra cui quelli sulla compravendita di loculi nei cimiteri, sulla cosiddetta “terra dei fuochi” e sulla pedofilia nella Chiesa. Ha lavorato anche per “Piazza pulita” (La7), Il Tempo, Adnkronos, E-Polis, Napolipiù, Roma, Il Giornale di Napoli e Il Giornale di Sicilia. Ha scritto tre libri di inchiesta (“Paradossopoli – Napoli e l’arte di evadere le regole”, ed. Vertigo 2010, “Che s’addà fa’ pe’ murì – Affari e speculazioni sui morti a Napoli”, ed. Vertigo 2011 e “La crisi fa 90”, ed. Vertigo 2012) e un libro di poesie (“Le vie della vita”, ed. Ferraro 1999). Ha ricevuto una targa dall’Unione Cronisti Italiani come riconoscimento per il suo impegno costante e coraggioso come giornalista di inchiesta. Ha ricevuto anche il Premio L’Arcobaleno napoletano dedicato alle eccellenze della città partenopea. È stato vittima di un’aggressione fisica da parte del comandante della Polizia Municipale di Napoli nel 2008 in seguito ad un suo articolo di inchiesta ed è riuscito a registrare con una microcamera nascosta l’accaduto e a denunciarlo alle autorità devolvendo poi in beneficenza all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli la somma ricevuta come risarcimento del danno subito.
Dal 2019 è il direttore di Quotidianonapoli.it