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Confessioni di una mente geniale

Dopo mesi di silenzio stampa, finalmente il presidente del Napoli torna a parlare. E lo fa a modo suo

Finalmente una reazione, un cenno di vita c’è stato. Non del Napoli ma del suo proprietario che s’è “confessato”, si fa per dire, al “Passepartout Festival” di Asti. Ed è lì, sulle colline piemontesi dove si produce un ottimo spumante frizzante, che Aurelio De Laurentiis ha parlato in modo glamour e…frizzante dei massimi sistemi, senza però fare un solo accenno alla sua creatura calcistica, alla mancata Champions e al futuro con Spalletti.
Tutto rimandato ai primi di luglio e così in una chiacchierata fatta più di voli pindarici che di concetti basici, a parte, forse, la digressione su Super Lega e Uefa, Don Aurelio s’è sbizzarrito a parlare (quasi) di tutto da “uom di multiforme ingegno” qual ‘è.
Un miracolo di equilibrismo, quello di Adl, condito da quella… ”cazzimma” che manca invece ai suoi giocatori, visto che il popolo azzurro sta ancora chiedendosi e aspetta di sapere dalla voce più importante della società cosa sia accaduto prima, durante e dopo la sciagurata partita contro il Verona.
De Laurentiis però, ha preferito parlare di Napoli capitale, della conquista sabauda che ha tolto con Cavour possibilità al Sud, delle elezioni autunnali, di Super Lega e Uefa e perfino dell’idea, non solo tale, di una serie televisiva sul Napoli.
Sui suoi giocatori un solo accenno: il timore che dopo le belle prestazioni in nazionale possano bussare a denari… E ti pareva!
Lui è fatto così, prendere o lasciare. Inutile chiedergli cose di cui non vuole parlare… Meglio piuttosto disquisire da attore consumato sul sesso degli angeli. Peggio ancora contraddirlo: non gliene frega niente, peggio che Enzo Ferrari. Lui va a mille all’ora e non si può dire che molte volte non abbia ragione come quando ha parlato della Super Lega e dell’Uefa. Chiaro, chiarissimo il suo punto di vista e pure condivisibile.
“Uefa e Fifa vogliono fare gli istituzionalisti con i nostri soldi. Un errore, però, quelli della Super Lega l’hanno commesso e l’ho fatto notare ad Agnelli, perché con la Super Lega così concepita pochi club volevano diventare gli attori principali mentre la porta va democraticamente lasciata aperta a tutti. Dovremmo organizzare noi club una competizione magari lasciandola sotto l’egida dell’Uefa, ma saremmo noi a pagare al governo del calcio una percentuale degli introiti e non viceversa come accade adesso”. Giustissimo, poi, però, viene fuori il suo egocentrismo e qui vien da chiedersi se non vada un po’ fuori dalla realtà quando ha affermato: “Sono riuscito a smascherare Blatter quando era alla Fifa, Platini all’Uefa ma adesso non sono riuscito a dedicarmi a fondo al ripianamento totale del calcio a livello mondiale…”. Cosa pensare? Così come parlare di una serie televisiva in tre momenti storici da dedicare al Napoli ci lascia almeno perplessi sul rischio che, a parte l’epopea Maradona, si parli solo degli ultimi diciassette anni, finendo col fare un’apologia della De Laurenttis story.
Ha chiosato il numero uno del Napoli, affermando: “Con me il compromesso non esisterà mai: Se muoio domani non avrò problemi di coscienza da portarmi dietro”. Non avevamo dubbi perché il nostro va diritto per la sua strada e travolge tutto come un caterpillar.
Anche ad Asti è venuta fuori l’immagine e l’idea di un uomo che “non deve chiedere mai” e che mai ammetterà pubblicamente “forse qualcosa l’ho sbagliata anch’io”.
È vero, con lui il compromesso non esisterà mai, per il semplice motivo che non si mette mai in discussione. Ad Asti ha fatto sfoggio di eloquio, che certo non gli manca, di una notevole capacità a reggere da protagonista lo show business e di una sicurezza incontestabile e quasi naturale per uno come lui.
A noi, molto più modestamente, ci sarebbero bastate poche frasi, precise, per quei proponimenti di sano realismo e di voglia di riscatto di cui ha terribilmente bisogno il Napoli che deve ripartire da una stagione finita malissimo, con uno “strano” addio alla Champions che sembrava invece cosa fatta, e la rabbia e la depressione dell’intero popolo di fede azzurra.
Certe volte De Laurentiis con le sue esternazioni ci sembra più il simbolo, la pasionaria, di una rivoluzione evaporata in una inconcludente demagogia del populismo che un reale protagonista delle vicende, sportive e non, dei nostri tempi. Sembra che le sue “uscite” diventino la sfida estrema del presidente a una tifoseria intera. E l’estremo della sfida non è dire “Costruirò un Napoli da scudetto” oppure farò questo e quello, ma nel non spiegare certe cose o fingere di farlo… Ma lui, in fondo rispecchia molto gli atteggiamenti del marchese del grillo: “Io so’ io e voi…” Con quel che segue. Con Spalletti, maledetto toscano, ci sarà almeno da divertirsi su chi saprà essere più filosofo e tuttologo!

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