Siamo alla svolta decisiva della stagione per il Napoli : giovedì, se non ci saranno contrordini, il ritorno della semifinale di Coppa Italia al San Paolo contro l’Inter, domenica la “scomoda” partita a Verona contro l’Hellas, potenziale concorrente per un posto in Europa, poi il 18 marzo il ritorno al Camp Nou dopo la gara di campionato contro la Spal. Le premesse sono state incoraggianti con la vittoria netta, ben oltre il risultato finale, contro il Torino, e Gattuso, con moderazione, si è dichiarato soddisfatto della prestazione e dei suoi ragazzi.
L’aspetto più significativo da sottolineare dopo la prestazione vincente contro il Toro, senza tacere il fatto che è arrivata la terza vittoria consecutiva in campionato, cosa mai accaduta questa stagione, è l’approccio con il quale la squadra, superati i primi 120 secondi di difficoltà per il fuoco di paglia dei granata, ha preso possesso di campo e gioco con autorevolezza e sicurezza, talvolta al limite del rischio come quando si vuole impostare la manovra dalla rimessa dal fondo, a tutti i costi, per superare il pressing alto avversario e guadagnare campo soprattutto sulle fasce con i terzini e gli esterni offensivi. La giudiziosa sfrontatezza di questo Napoli, accompagnata ancora da qualche difetto di impostazione e rifinitura della manovra- leggi ultimo passaggio e precisione di tiro – è tuttavia la prova che la squadra può ancora migliorare e crescere.
La diversa interpretazione e lettura delle gare contro Barcellona e Torino sono indizi importanti della concreta possibilità di questa squadra di potersi e sapersi adeguare alle caratteristiche tecniche e alla qualità degli avversari senza però rinunciare ad essere se stessa come collettivo. Che sia gara d’attesa o d’attacco, il Napoli di Gattuso ha dimostrato buona fluidità nel gioco offensivo e densità e aggressività quando difende.
Contro il Napoli, ad esempio, Longo aveva scelto di schierare il tandem Belotti-Zaza per colpire negli spazi. Scelta poco felice perché il Napoli ha soffocato il Torino in ogni parte di campo costringendo Ansaldi e De Silvestri a fare i difensori puri e a subire la manovra azzurra senza possibilità di ripartire, lasciando isolati i due attaccanti e costringendoli a rientri profondi per essere utili ai compagni.
Anche il mini turn over di Gattuso ha avuto benefici effetti perché Lobotka, Milik, Hysaj e Politano hanno dato ampia prova di disponibilità e di capacità di poter reggere bene il ruolo loro assegnato. Ora testa all’ Inter, sperando che si giochi, per 90’ che valgono la finale di Coppa Italia.
Non illuda il minimo vantaggio conquistato a San Siro perché a Fuorigrotta scenderà in campo una squadra arrabbiata e che in campionato ne ha già rifilati tre al Napoli. Era un altro Napoli, è vero. Però Gattuso farà bene a ricordarlo agli azzurri. Sarà una bella battaglia. Speriamo senza condizionamenti… dall’alto, dopo il brusco cambiamento di rotta e lo stop inatteso al derby d’ Italia.
Ma Gattuso sa anche questo. Giovedì sera, concentrazione giusta, azioni e giro palla veloce, meglio se a due tocchi e cuore, tanto cuore, possono portare, con un pizzico di buona sorte, che non guasta mai, ad un primo importante obiettivo stagionale. Chi l’avrebbe detto appena un mese e mezzo fa?
Con l’Inter la prova del nove
Giovedì sera il Napoli dovrà confermare i progressi visti in campionato