La formazione di Ancelotti mette all’angolo
la capolista: tanto bel gioco ma alla fine è ko
Rien ne va plus. Non riesce neppure lo sfizio della vittoria dell’orgoglio: frenare la Signora omicidi che non ha più perduto in campionato da quell’incornata dell’angelo nero a Torino. Certo che quando c’è di mezzo la madama succede sempre qualcosa di strano. Come la scomposta e disperata uscita di Meret su Ronaldo lanciato a rete da uno sciagurato appoggio di Malcuit. Toccato o non toccato il portoghese che fino ad allora non aveva visto palla? Mistero di Fatima. Espulso il portierino, punizione dal limite, Pjanic, che finora non ne aveva azzeccata una, la mette dentro, embè. Comincia un’altra partita. Ospina tra i pali, fuori Milik. In dieci contro undici e trema il palo della porta di Szczesny che ha un nome da codice fiscale, sfortunata la botta di Zielinski. Momento di baldanza juventina e di rabbia azzurra. Ospina salva su Pjanic. Su azione d’angolo raddoppio di Emre Can, di testa, nel cuore della distratta difesa azzurra. Ripresa ed altra partita. Fuori Pjanic per doppia ammonizione. Ci mette il cuore il Ciuccio e ridicolizza la Madama sul piano della manovra. Questione di tempo ed è il gol della speranza. Lo sigla Callejòn che si gioca Chiellini in furbizia e destrezza e trafigge il Codice Fiscale. La Juve non riesce più ad uscire dalla metà campo, addirittura è assediata in area. Ronaldo invita i compagni a salire e niente e conoscerà la solitudine del centravanti che non è soltanto un bel romanzo. Si potrebbe riaprire la contesa nervosa, isterica, dura, truce se Insigne, per la prima volta capitano anti-Juve non sprecasse sul palo il rigore concesso da Rocchi per un tocco di mano di Alex Sandro. Il tutto dopo aver rivisto le immagini al Var. Guarda solo il pallone Lorenzinho ed è un errore grave per un giocatore d’esperienza. Mettono il piedino maligno un po’ tutti e c’è una prova di rissa generale, brutta cosa. Mentre i raggi laser colpiscono a destra ed a manca. Ronaldo osserva Ancelotti, sono grandi amici dai tempi del Real, Madama. Sedici, che secondo la Smorfia è il lato bi. La Juve ce l’ha sempre avuto. Il Napoli, quasi mai.
Si ricomincia con l’Europa due, il torneo che resta l’unico obiettivo raggiungibile. E non si tratterebbe certo di un ripiego. Azzurri, suonategliele ai figli di Mozart. Magari con i violini, che hanno pure l’archetto e potrebbe servire. Almeno fino alla finale, avete tutto per conoscere Baku che tra l’altro è gemellata con Napoli.