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A Roma lo conoscono come “Gastone”, a Napoli come “l’assassino di Ciro Esposito”. È Daniele De Santis, il boss della Curva Sud, in carcere dal 2014 per l’omicidio del tifoso napoletano, che ora rischia di aggravare la sua posizione con la giustizia, già seriamente compromessa per il reato succitato e per numerosi altri episodi criminali avvenuti in anni ancora precedenti.

Secondo la procura l’ultrà giallorosso si sarebbe violentemente scagliato contro due agenti del penitenziario di Regina Coeli, dove è attualmente recluso, minacciandoli: “Tu non me devi sveglià. Aprimi sta cella che te faccio vedè io cosa te combino”, sarebbe l’intimidazione rivolta dal De Santis all’ispettore, che, secondo quanto si apprende dall’imputazione, continuava dicendo: “Se stavo ai reparti, già t’avevo fatto vedé io”. Si tratta di un episodio avvenuto nel 2015, arrivato a giudizio solo ora. Secondo quanto si legge sul Tempo, Tommaso Politi, avvocato dell’imputato, sosterebbe l’impossibilità del verificarsi della situazione in oggetto, data la precaria condizione di salute del suo assistito, che nei giorni delle supposte minacce, si trovava ancora allettato, a seguito dei fatti del maggio 2014. Si attende pertanto la fissazione di una nuova data per l’udienza per conoscere l’evolversi della vicenda.

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