Gli esordi di Castel di Sangro devono chiarire la linea di mercato che la società intende perseguire per il suo rilancio
Fa un certo effetto vedere le big alla affannosa ricerca di “nomi” importanti ma con una carta d’dentità ormai quasi scaduta per il campo, mentre il Napoli punta le sue fiches su un giovanotto di 21 anni da lanciare e far convivere con “Ciro” Mertens che è diventato il “vecchietto” della squadra. E così mentre i vari Dzeko, Ibrahimovic, Cavani, Messi e Suarez rubano le prime pagine dei giornali per l’età avanzata e le richieste di ingaggi faraonici, il Napoli con la tripletta segnata da Osimhen in sette minuti ha rubato occhio e… parole a tifosi, giornalisti e opinionisti di varia natura per le prime prodezze del francesino di origini nigeriane.
Certo, tre gol in pochi minuti, seppur segnati a dei dilettanti, inducono a sognare e sono un biglietto di presentazione tutt’altro che sgradito a Gattuso e ai milletrecento tifosi che erano presenti sugli spalti del Patini, però meglio andarci cauti con questi primi calci di una stagione che si preannuncia difficilissima per tutti. Troppo presto per affermare che s’è trovato il finalizzatore che spesso è mancato nella stagione da poco conclusasi. Così come ci sembrano ingenerosi i fischi e le critiche per Milik che, nonostante infortuni e presenze discontinue, ha una media gol invidiabilissima .
È fuor di dubbio che la politica del Napoli di puntare su giovani di talento è completamente opposta a quella dei club più importanti come Inter e Juve che sono spinti dai rispettivi allenatori alla ricerca del ritocco giusto, quello sufficiente perché la squadra decolli definitivamente, puntando sull’esperienza, sul vissuto di una carriera piuttosto che “rischiare” con un talento da forgiare e far esplodere. Ma Inter, Juve e lo stesso Milan puntano a vincere mentre il Napoli resta un cantiere aperto dove il work in progress significa crescere in qualità senza puntare alla vittoria subito.
Un’ottica quasi da …rischiatutto, seppur calcolato, che almeno per il momento Gattuso sembra voler condividere. In tal senso si può inquadrare anche il più che probabile arrivo di Karbownich, diciannovenne terzino del Legia Varsavia, convocato anche per la nazionale polacca. Del ragazzo ne parlano tutti bene ma in un’ottica prospettica. Il ragazzo, insomma, si farà, ma al momento non sembra ancora pronto per un campionato tattico come quello italiano. Toccherà a Gattuso farlo crescere, ma al tecnico di Corigliano Calkabro spettano ben altre incombenze in questa sua prima vera stagione da allenatore “full time” degli azzurri. Anche sul sistema di gioco ci sono molte idee e se si eccettua l’intoccabilità per Zielinski, Fabian Ruiz ed Elmas sembra strano che anche Demme e Lobotka, gli unici equilibratori di gioco in rosa, sembrano poter essere in lista di sbarco. Gattuso ha infatti ventilato l’ipotesi del 4-2-3-1 in alternativa al 4-3-3 e per un tale modulo servono giocatori in grado di sostenere il peso del centrocampo a protezione delle difesa oltre a dare “tranquillità” ad un poker ultraoffensivo composto da Zielinski o Politano, Mertens al centro e Insigne o Boga a sinistra, con Osimhen unica punta. Potrebbe giocare Fabian Ruiz davanti alla difesa seppur coperto da un giocatore delle caratteristiche di Demme e Lobotka combinate? Non lo crediamo.
Allora, aspettiamo fiduciosi le opzioni di Giuntoli, senza dimenticarre il nome di Matijenko dello Shaktar per la difesa ed un “ritorno” per Kumbulla che non interessa più a Conte. Così come potrebbe saltare anche il passaggio di Tonali viste le preferenze del tecnico di Lecce per Vidal e Kolarov. Verrebbe fuori un’Inter da… pensionato, potrebbe approfittarne il Napoli facendo l’utile (la gioventù) e il dilettevole (talenti veri). A meno che non si punti sull’onesto Papasthatopoulos (32), in scadenza con l’Arsenal, come difensore top e “pensante” in grado di parlare la stessa… lingua di Manolas. Ve lo ricordate al Genoa, ai suoi esordi?