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Crollo al cimitero di Poggioreale: corsa contro il tempo per identificare i resti umani fra i detriti

Intanto c’era stata una denuncia sullo stato di abbandono

Ancora sotto sequestro l’area del cimitero monumentale di Poggioreale interessata dal crollo di un edificio di tre piani, avvenuto nelle prime ore di mercoledì scorso,  con distruzione di centinaia di loculi delle congreghe di San Gioacchino e dei Dottori Bianchi e la fuoruscita di migliaia di resti mortali,  ora confusi  tra le macerie…  Tra domenica e lunedì dovrebbero riprendere le operazioni di polizia mortuaria (seppellimenti) che dal giorno 5 erano state sospese. Su disposizione del sindaco Manfredi, il Monumentale resterà interdetto al pubblico almeno fino al 19 gennaio. In corso le indagini della Procura per verificare le cause del crollo, avvenuto in prossimità di un cantiere della metropolitana (la società parla di un imprevisto afflusso d’acqua durante lo scavo di una galleria),  e per risalire alle singole responsabilità.

Per adesso non si può muovere una pietra, ma intanto i parenti dei defunti “premono” nella speranza di recuperare i resti dei propri cari. Le piogge previste nei prossimi giorni potrebbero rendere ancora più difficile quella che al momento sembra una  missione quasi impossibile: identificare i resti dei defunti. Saranno al lavoro anche gli specialisti del Racis dei carabinieri ma a Napoli, come ha spiegato “Il Mattino”, è ancora radicata l’abitudine di trasferire i corpi dei morti nei loculi avvolti soltanto in lenzuoli bianchi  (benché la legge preveda cassette di zinco con nome, cognome e date di nascita e di morte).  Eventuali oggetti inoltre – collanine, fedi nuziali – potrebbero essere finiti su altre salme. Gli esami del Dna sarebbero lunghi e costosi… Il Comune, di intesa con la Curia, ha reso noto un numero di telefono 081- 5516753 (ore 9-17) al quale i parenti dei defunti possono chiedere informazioni.

Uno sconcertante incidente che attira l’attenzione della magistratura sui lavori in corso per la tratta del metrò che dovrà collegare Poggioreale con l’aeroporto di Capodichino e che accende ulteriori “fari” sulle condizioni di incuria e di degrado in cui versa da tempo il cimitero Monumentale. Vegetazione selvaggia, buche sull’asfalto, marciapiedi e loculi spaccati, niente passamano per gli anziani, nessun  accorgimento per i disabili; furti, viavai di auto e motorini non autorizzati, parcheggi abusivi…  Una battaglia  contro questa  mancanza di sicurezza e di manutenzione che rende il cimitero “impraticabile, con rischio di cadute per cui ormai in  molti rinunciano proprio ad andare” è stata intrapresa anche dal padre di Ornella Pinto, la professoressa del Liceo Artistico uccisa nel marzo scorso dal compagno che non accettava la separazione. Giuseppe Pinto,  dirigente Uil Tucs, ha avuto il coraggio di denunciare e la Procura ha aperto un fascicolo. Battaglia sostenuta dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli  di Europa Verde. “Questo cimitero è un monumento, come il palazzo reale”, ricordava qualche settimana fa  Giuseppe Pinto, “sottoposto a tutela speciale con legge dello Stato. È protetto dalla legge 1089 del 1939 poi resa ancor più restrittiva  con l’articolo 12 comma 1 del 2004. C’è un  vincolo totale, anche per i lavori a una cappella è necessario il parere della Sovrintendenza…  Allora vorrei sapere di chi è la responsabilità di averlo ridotto in queste condizioni. Si parla di grandi progetti,  ma occorrono interventi immediati di manutenzione e di messa in sicurezza”.

E poi il gravissimo “incidente”. Adesso  Nino Simeone –  presidente della commissione mobilità, infrastrutture,  lavori pubblici e protezione civile del Consiglio comunale – rivolge un appello alla società Metropolitana spa  “a predisporre, o nel caso a ripetere,  tutte le verifiche strutturali in superficie su tutti i 7/10 km di questi scavi in falda già effettuati, per tranquillizzare i residenti di tutte le aree interessate a questi lavori”.

l. ru.

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