Home Cronaca Tarro: “No al vaccino ai giovani”

Tarro: “No al vaccino ai giovani”

Il noto virologo si dice contrario a una profilassi indiscriminata e propone un approccio differenziato

Durante la prima ondata, a marzo del 2020, fu il primo a parlare di anticorpi come terapia contro il Coronavirus. E si mise contro tutta o quasi la comunità scientifica. Non mancarono anche le prese di posizione fuori delle righe. Qualcuno mise in dubbio persino il suo curriculum. Ma Giulio Tarro (nella foto) è uno scienziato di fama mondiale, allievo di Sabin e virologo di lunga esperienza. I fatti gli hanno dato clamorosamente ragione, ed oggi si ricorre al plasma, seppur costruito in laboratorio, per combattere il maledetto Covid. Un principio tutto sommato elementare, che Tarro aveva invocato e che è stato riconosciuto anche dall’Aifa. Gli anticorpi monoclonali verranno utilizzati per debellare il morbo e saranno efficaci se praticati al paziente nei primissimi giorni del contagio.

Una bella iniezione di speranza in un periodo in cui il virus sembrava volersi imporre di nuovo in maniera drammatica sulla popolazione non solo italiana. Tarro può andarne fiero e soddisfazione certo traspare dalla sua ultima intervista rilasciata a Salvatore Pignataro di Irpinia Tv. Il colloquio con il giornalista affronta innanzitutto il problema delle vaccinazioni. E il professore così risponde alla domanda su una previsione del numero di vaccini che saranno praticati entro l’estate: “Il numero esatto dipenderà dal piano vaccini che verrà messo a punto dal governo di Draghi e dai piani delle Regioni. Sicuramente la sensazione è che nei prossimi mesi si procederà in tempi più celeri rispetto alle scorse settimane, anche perché avremo a disposizione più vaccini. Si discute sull’efficacia del vaccino AstraZeneca e sull’opportunità di vaccinare gli over 55, ma presumo che si arrivi all’approvazione dello Sputnik nelle prossime settimane. Se vuole una cifra, Le dico che presumibilmente arriveremo alle 15/20 milioni di dosi somministrate e alla maggior parte dei vaccinati verrà somministrato il vaccino di AstraZeneca. Sicuramente la cifra totale dipenderà dagli studi sulle varianti del virus. Il Sud Africa ha sospeso la somministrazione del vaccino di AstraZeneca perché efficace solo al 10% contro la variante sudafricana secondo uno studio in attesa di conferma. Presumibilmente si appurerà, come dico da mesi, che la mutevolezza del virus sconsiglia un approccio vaccinale. Nutro speranze sul farmaco israeliano EXO-CD24.

Secondo i primi dati sconfiggerebbe il virus in appena 5 giorni. Vedremo. Da marzo dicevo che sarebbe servita una cura, piuttosto che un vaccino. Ora forse ci siamo. Spero che anche le altre case farmaceutiche investano nella sperimentazione di nuovi farmaci simili”. Poi il discorso scivola sugli over 80, sulle vaccinazioni e sulla strategia adottata dal ministero della Sanità. Tarro ha idee chiare: “Sconsiglio una campagna vaccinale indiscriminata per gli under 55. Il vaccino va fatto alle fasce più esposte e più a rischio, ma non ai giovani. Per quanto mi riguarda, lo sconsiglio. L’approccio – nonostante sostengo la non opportunità della vaccinazione – dovrebbe essere differenziato e attento al quadro clinico dei pazienti. Il Virus diventerà stagionale, la pausa estiva dei contagi, lo ha dimostrato e mi ha dato ragione. La stagionalità è stata da sempre tra le mie ipotesi. Credo che la seconda fase – non ondata – sia stata gestita meglio, ma la preparazione del sistema sanitario non è stato adeguato. In queste condizioni anche una sindrome influenzale più acuta potrebbe essere gestita a fatica. Servono investimenti sulla sanità e spero che il Governo ne tenga conto”. Oltre ai vaccini Pfizer e Moderna, è in arrivo quello di AstraZeneca. I primi più efficaci, il terzo di meno. Secondo lei giusto vaccinare cittadini con vaccini più efficaci ed altri quelli meno efficaci? Secondo lei c’è differenza? Oppure no? “Chi si vaccina con Pfizer e Moderna si immunizza per pochi mesi e non è escluso che possa infettare gli altri. I rischi per la salute li vedremo in futuro e li stiamo già vedendo. Un vaccino non si prepara in così poco tempo. Su AstraZeneca sento di dissentire dal pensiero comune. È un vaccino che tra le criticità segnalate, è forse tra i migliori in circolazione, insieme al mai citato, almeno qui in Italia vaccino cinese. Senza scegliere nei dettagli scientifici, Le posso dire che le differenze ci sono. I vaccini Pfizer e Moderna sono forse quelli con più profili di criticità e che userei con più cautela”. Anche in Italia finalmente l’Aifa ha autorizzato l’utilizzo degli anticorpi monoclonali, per il momento solo sulle persone con grave rischio. In cosa consistono e secondo lei possono essere indicati per tutti coloro i quali presentano sintomi gravi che possono degenerare?
“Gli anticorpi monoclonali sono anticorpi sintetici, quindi ottenuti in laboratorio, sulla base di quelli prodotti naturalmente dai pazienti già immunizzati al Covid-19. Sono uno strumento che permettono di produrre anticorpi alla malattia. Gli anticorpi monoclonali riconoscono la nota proteina spike e si legano a essa”.