Home Calcio Napoli Colpa di Ringhio se il Napoli non ringhia?

Colpa di Ringhio se il Napoli non ringhia?

La sconfitta con lo Spezia ha evidenziato i problemi della squadra azzurra. Primo tra tutti il non mostrare cattiveria agonistica

Partiamo da una premessa: domani il Napoli a Udine potrà anche vincere e convincere. Cosa altamente probabile. Ma sarà l’ulteriore e definitiva conferma che su questa squadra discontinua ed altalenante non si può assolutamente fare affidamento. E bisognerà anche prendere atto del fatto che, andando di questo passo, sarà difficile per non dire impossibile, centrare l’obiettivo ufficiale che De Laurentiis si era posto ad inizio stagione, dopo aver sborsato fior di quattrini per potenziare rosa e squadra, cioè quel quarto posto che darebbe diritto, l’anno prossimo, a partecipare alla ricca Champions.
Questa amara considerazione induce anche a trarre un’altra conclusione: il fallimento del progetto-Gattuso. Non a caso il rinnovo del contratto, che si dava per scontato ad inizio dicembre, è nei fatti congelato da un mese. Segno evidente che De Laurentiis, al di là delle garanzie richieste dal tecnico, qualche riflessione la starà pur facendo. Le tre sconfitte rimediate nelle ultime cinque gare di campionato, qualcosa, oltre alla rinuncia ai sogni di scudetto, vogliono dire, anche al di là dell’alibi dovuto alle pur importanti assenze.
Gattuso, è vero, è riuscito nella titanica impresa di risollevare quel Napoli morto e senz’anima di Ancelotti. Ma, esaurito lo sprint iniziale, diciamo più o meno in corrispondenza con la vittoria di Coppa Italia, la squadra, nel finale di campionato e in tutta questa prima parte del nuovo (cinque sconfitte su quindici incontri), ha ripreso i suoi vizi antichi. Impaurita, mai grintosa, senza quel “veleno” che Gattuso stesso invoca, inascoltato, da tempo.

Ma non sono solo i giocatori sul banco degli accusati. Vengono prepotentemente in superficie anche i limiti dell’allenatore. Da Ringhio ci si attendeva un salto di qualità, quanto a dinamismo e voglia di lottare, che erano poi le sue caratteristiche da giocatore. Ma è proprio su questo fronte che l’impronta del tecnico è venuta a mancare. In aggiunta l’inesperto Gattuso ci ha messo del suo. Continua ad ostinarsi nell’ordinare la ripartenza dal basso (con gli stucchevoli passaggetti laterali), che se non produce danni materiali (comunque qualcuno lo ha provocato), certo induce sistematicamente al batticuore, in campo e fuori del campo. Non è certo un sistema di gioco che possa dare serenità alla squadra. Figlia di questa scelta scellerata è la sorprendente decisione di alternare i due portieri, anche se nell’ultimo periodo Ospina pare aver preso il sopravvento. Nessun allenatore mai si sognerebbe, almeno in campo professionistico, di non individuare un portiere titolare sul quale fare affidamento. Una decisione improvvida che ha finito con il distruggere Meret, il più promettente estremo difensore italiano. E vogliamo parlare della cocciutaggine con la quale continua a schierare contemporaneamente Zielinski e Fabian Ruiz? E dei cambi azzardati, dell’insistenza sul 4-2-3-1 che non si adegua agli uomini che ha a disposizione, di come schiera in campo i centrocampisti, dello scarso impiego di Demme, delle stravaganti disposizioni tattiche per cui in più circostanze (stabilmente durante il match con l’Inter) abbiamo ritrovato Insigne che fa il terzino e Mario Rui che fa l’ala? Quando questi errori madornali gli sono stati contestati, Gattuso, piccato, ha replicato: “A Napoli ci sono troppi maestri!”. Un’altra dimostrazione della sua inesperienza. Benitez ed Ancelotti, certo più titolati di lui, hanno incassato roventi critiche, senza mai battere ciglio.
Questo scenario oggi malinconico presuppone scelte decise da parte della società. Nelle prossime settimane interverranno impegni decisivi, anche oltre le gare di campionato. Il turno di Coppa Italia contro l’Empoli (non proprio da far tremare le vene e i polsi) e la Supercoppa contro la Juventus rappresentano altri tasselli significativi della stagione. Gattuso è al bivio: in attesa di recuperare una continuità di risultati che riaprano la speranza ad un dignitoso piazzamento in campionato, deve, nel frattempo, adoperarsi per provare a portare risultati utili in questi imminenti appuntamenti. In caso contrario, dispiace dirlo per la simpatia umana che ispira, il suo destino sarebbe irrimediabilmente segnato.