Com’era prevedibile il lockdown ha avuto effetti considerevoli sugli spostamenti dei cittadini e dunque sulle emissioni del settore trasporti, che nel periodo marzo-aprile 2020 hanno segnato in diverse città italiane una battuta d’arresto. La circolazione delle auto limitata in pratica ai soli medici, sanitari e forze dell’ordine ha ridotto drasticamente la diffusione nell’aria delle polveri sottili e del biossido di azoto, ed ha depurato il tutto.
I dati nazionali ci dicono che il crollo principale del biossido di azoto (NO2) è avvenuto a Roma, dove le concentrazioni medie sono inferiori alle annualità precedenti (2016-2019) rispettivamente del 59% per marzo e del 71% per aprile. A Torino invece il calo è del 43% per marzo e 51% per aprile, a Milano si è avuta una riduzione del 29% e 43% rispetto alla media dello stesso periodo 2016-2019, mentre Napoli registra rispettivamente una riduzione del 33% e 57%.
È quanto emerge da “Mobilitaria 2020” lo studio annuale di Kyoto club e Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio Nazionale delle ricerche (Cnr-Iia) che mette a fuoco l’andamento della qualità dell’aria e delle politiche di mobilità urbana nelle 14 città principali nel 2019-2020 e nei primi quattro mesi di quest’anno.
Ora, ovviamente, gradualmente si sta tornando ai livelli pre-Covid, anche se questa lunga pausa certamente ha ridato un po’ di ossigeno alle nostre città e gli effetti dureranno nel tempo.