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Napoli è sprofondata nel degrado e de Magistris se la prende con i giornalisti

Questo de Magistris, ormai giunto al capolinea della carriera politica, è davvero un tipo singolare. Se l’è presa con i giornalisti del “Mattino” che hanno, ai suoi occhi, il solo torto di mettere tutti i giorni in evidenza le sue manchevolezze. Ma l’aspetto  più inquietante dell’attacco sta nel passaggio in cui sostiene che “il padrone (cioè Caltagirone) muove i giornalisti come joystick”.

Un’accusa gravissima, che essendo egli uomo di legge, dovrebbe innanzitutto dimostrare. E che, se conosco bene i colleghi del “Mattino”, dove ho lavorato per 44 anni, non resterà senza seguito. Nel frattempo s’è beccato la reazione tempestiva e giustamente adirata dell’Ordine dei giornalisti e del sindacato campano.

Secondo l’alto pensiero del sindaco di Napoli, quindi, i colleghi, manovrati dal loro editore, starebbero portando avanti una battaglia personalizzata contro di lui, rinunciando a pubblicare fatti e notizie.

Ma fa sul serio? O è semplicemente ricorso ad una polemica senza senso nel (vano) tentativo di riacquistare un po’ di quella visibilità completamente appannata dal ciclone mediatico che ha scandito gli ultimi mesi dell’attività politica di De Luca? Propendo per questa interpretazione.

Come può ipotizzare che sia stata orchestrata una campagna di stampa preordinata se proprio i fatti e le notizie, che sono sotto gli occhi di tutti, lo condannano senza possibilità alcuna di controprove?

In dieci anni di gestione della cosa pubblica ha letteralmente “scassato” la città, raggiungendo perfettamente, trasformato in obiettivo, lo slogan che lo caratterizzò, quando esultante e imbandanato, celebrava la sua prima elezione a sindaco. L’ha ridotta in una condizione di degrado e di inefficienza quale mai, ai miei occhi (che la osservano da qualche anno in più di lui), e non solo, era stato mai dato di vedere.

La litania del degrado sarebbe lunghissima, occorrerebbe un giornale intero per darne conto. Proviamo a fare una sintesi, consapevoli di dimenticare molto.
Ha completamente distrutto il sistema del trasporto urbano. La linea 1 della Metro è diventata un caso nazionale, è la metropolitana più inaffidabile del mondo, con treni vecchi e sporchi, che si rompono ogni giorno. E le corse, quando la linea funziona, spesso arrivano al traguardo dei 25 minuti di attesa.
Il trasporto su gomma è stato praticamente eliminato. Il 139, tanto per fare un solo esempio, che collega il Vomero al centro, passa ogni ora.
Aveva promesso che in sei mesi avrebbe liberato Napoli dai rifiuti, ricorrendo alla differenziata (perché lui, ovviamente, è contrario ai termovalorizzatori), che avrebbe portato al 70 per cento. Un ingenuo. La differenziata langue poco al di sopra del 30 per cento, ammesso che i dati che ci vengono propinati corrispondano alla realtà. Lasciamo perdere poi l’altro annuncio dei “sacchetti zero entro il 2020”. Il 2020 è arrivato e i sacchetti continuiamo ad usarli.
I rifiuti non ci sono per strada sol perché li mandiamo, pagando noi napoletani una salatissima tassa ( tra le più alte in assoluto in Italia), all’estero o in altre regioni italiane al costo di più di 200 euro a tonnellata. Così lo sapremmo risolvere tutti il problema dei rifiuti, non c’era bisogno di De Magistris. Naturalmente noi paghiamo per portare fuori la nostra munnezza e fanno affari sia quelli che la trasportano, sia quelli che la bruciano, che la trasformano in preziosa energia. Hanno “trovato i fessi”. Un bell’affare.
E vogliamo parlare dello scandalo dei “parcheggiatori abusivi”, contro i quali non ha mai avviato una seria azione di contenimento? Hanno occupato praticamente tutta la città e terrorizzano i malcapitati automobilisti se non cedono all’estorsione. Con il danno aggiunto dei mancati introiti dalle strisce blu. Una vergogna, contro la quale ha mostrato indifferenza, perché lui non si schiera mai contro i “deboli” (ma i parcheggiatori guadagnano al nero cifre blu). Ed ha concesso al delirante Feltri un comodo alibi per giustificare alcune delle sue idiozie.
E vogliamo ricordare il verde negato, gli ormeggi abusivi, la Villa Comunale ridotta a un “gabinetto” (uso un termine gentile), i lavori del Gasometro iniziati e mai conclusi, la “Casa della socialità”, al Vomero, inaugurata in pompa magna due  anni fa e mai aperta? E ancora vogliamo aprire il capitolo del fallimento della manutenzione urbana? Il Parco Virgiliano è annichilito, luoghi d’arte, tesori dell’Unesco, che crollano a pezzi, monumenti imbrattati, fontane a secco, impianti sportivi negati.
E vogliamo chiedere al primo napoletano che passa, a caso, se ha memoria di un vigile urbano che presta servizio in strada? (naturalmente tralasciando l’impegno in questi giorni di epidemia da Coronavirus).
E stendiamo un velo pietoso di silenzio sulla tolleranza che ha sempre mostrato nei confronti delle occupazioni abusive degli edifici pubblici e dei centri sociali e su alcune scelte recenti nella governance di partecipate (una decoratrice di torte e un barman).

Di tutto questo inverecondo spettacolo, che è sotto gli occhi di tutti, i giornalisti del “Mattino” si occupano ogni giorno, com’è doveroso che sia, legittimati dall’articolo 21 della Costituzione e dal diritto di cronaca e di critica.

De Magistris per eludere le sue responsabilità politiche si è inventato la boutade della campagna denigratoria orchestrata ad arte per svilire la sua eccezionale opera di amministratore cittadino. I 55 giorni di lockdown hanno messo la sordina a tutti i guasti. E la città vuota ci è riapparsa in tutta la sua straordinaria bellezza. Ma ora che , sperabilmente, potremo riprendere la vita di tutti i giorni, le crepe, il degrado, i disservizi, il traffico impazzito, i parcheggiatori abusivi, le buche, i cantieri sempreterni, torneranno a renderci la vita impossibile, come e peggio di prima. E noi tutti, giornalisti del “Mattino” compresi, continueremo imperterriti a fare i “cani da guardia”. Non ci lasceremo intimorire dalle sparate del sindaco.

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