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Coronavirus, Nicola Scotto: “Madrid come Milano, Napoli sta resistendo ma temo per l’economia”

L’emergenza sanitaria raccontata dai napoletani nel mondo

Da oggi ci faremo raccontare l’emergenza sanitaria mondiale da tanti napoletani che vivono all’estero e possono illustrarci le condizioni nel loro Paese adottivo e il loro sguardo sulla nostra città in questo momento così complesso. Il primo è Nicola Scotto di Vettimo, responsabile vendite per le regioni Africa, Medio-Oriente, America Latina di un’azienda canadese che produce laser scanner per rilievi topografici, che da tre anni vive a Madrid, in Spagna, uno dei paesi più colpiti dal Coronavirus.

Nicola Scotto

Da quanto tempo non torna a Napoli?
Ero rientrato a febbraio, quindi poco prima dell’emergenza.

Prima dell’emergenza sanitaria tornava spesso a Napoli?
Riuscivo a tornare almeno tre o quattro volte l’anno.

L’emergenza le ha impedito di tornare in questo periodo o non avrebbe potuto farlo?
In effetti avevo prenotato un viaggio per passare la vacanze pasquali a Procida, l’isola dove sono nato e vivono i miei parenti, che ovviamente è stato annullato a causa del Covid-19.

Il blocco dei mezzi di trasporto ha creato difficoltà anche per ricevere o inviare oggetti o cibo da e verso Napoli?
No, perché potendo tornare con regolarità in Italia, non ho mai optato per questi servizi.

Come sta vivendo l’emergenza lì?
Per fortuna sia io sia mia moglie siamo in grado di lavorare da casa, anche se la presenza dei nostri figli rende lo svolgimento della nostra attività lavorativa più complesso del solito. Purtroppo, la regione di Madrid è stata l’epicentro principale del Covid-19 in Spagna com’è accaduto in Italia in Lombardia, provocando il collasso non solo degli ospedali ma anche delle case di riposo, dove purtroppo sono morte molte persone. Ad ogni modo, dall’inizio d’aprile la situazione a Madrid, nel complesso, sta migliorando.

Com’è intervenuto il governo spagnolo per gestire l’emergenza sanitaria ed economica?
L’opinione comune è che il governo sia intervenuto in ritardo, dimostrando, soprattutto nelle prime due settimane dalla dichiarazione dello stato d’allarme, una certa impreparazione logistica nell’affrontare la crisi. Sull’aspetto economico, sebbene il governo abbia messo in campo degli interventi per lenire gli effetti negativi sull’economia (cassa integrazione temporale, permessi lavoro retribuiti recuperabili), finora l’azione viene percepita come insufficiente.

Come vede da lì l’emergenza in Italia e a Napoli in particolare?
Continuo a vedere con estrema preoccupazione la crisi sanitaria, mentre a Napoli mi conforta vedere che i numeri sono “ragionevoli” in confronto alle regioni del Nord, ma mi preoccupano molto gli effetti di una crisi economica che si abbatte su un tessuto economico già debole di per sé.

Che informazioni ha sulla situazione a Napoli e che differenze nota con quella spagnola?
Le informazioni le trovo sui mezzi di comunicazione oppure parlando regolarmente con la mia famiglia. Non osservo particolari differenze con ciò che avviene a Madrid visto che, in entrambi i casi, il regime di quarantena è abbastanza stretto. Forse l’unica differenza di rilievo sta nel fatto che a Madrid si puo effettuare la consegna del cibo a casa (usando piattaforme note come Deliveroo, Glovo) a differenza della Campania

Pensa che quest’emergenza possa cambiare le abitudini di chi vive all’estero in relazione alla possibilità di mantenere i rapporti con la sua città?
Sicuramente la pianificazione dei viaggi sarà molto piu complessa nei mesi a venire, questo è un cambio significativo. Ad ogni modo cerco di mantenere vivi i rapporti non solo con la mia famiglia ma anche con i miei amici.

Dalle informazioni che ha, crede che l’Italia possa uscire dall’emergenza prima del paese in cui vive?
Credo che Italia e Spagna usciranno praticamente insieme dall’emergenza sanitaria, mentre su quella economica il futuro appare quantomai incerto.

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