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Coronavirus, manca il sangue in Campania: cercasi donatori

Uno degli effetti negativi della diffusione del Coronavirus è l’assenza di sacche in Campania. L’appello dei medici lanciato dieci giorni fa: ad Avellino sono stati i primi a sospendere l’attività chirurgica in elezione

Donazioni di sangue ridotte ai minimi termini per paura del contagio. L’allarme, lanciato già da una settimana, comincia ora ad avere i suoi terribili effetti. L’azienda ospedaliera “Moscati” di Avellino è stata la prima a disporre l’immediata sospensione, fino a data da destinarsi, di tutta l’attività chirurgica in elezione, ovvero degli interventi chirurgici programmati a causa proprio della drammatica riduzione della disponibilità di donatori per l’approvvigionamento sangue scaturita dall’emergenza coronvirus. Una decisione adottata allo scopo di poter garantire l’assegnazione di emocomponenti in urgenza-emergenza. E non è difficile ritenere che il Moscati abbia fatto da apripista ad altre strutture ospedaliere per la sospensione degli interventi programmati. Un provvedimento che creerà disagi a tutti quei pazienti in attesa da mesi, in Campania, di  essere sottoposti ad intervento.

La carenza di sangue coinvolge infatti tutta la Campania e non è possibile nemmeno ottenere un supporto extra-regionale, perché la mancanza di donazioni riguarda non soltanto la nostra regione, ma  tutto il Paese.

Il Servizio Immunoematologia e Medicina Trasfusionale (Simt) del Moscati, centro di riferimento provinciale per la gestione (raccolta, lavorazione e assegnazione) del sangue e degli emocomponenti, è impossibilitato, dunque, a soddisfare tutte le richieste che arrivano dalle strutture territoriali e dalla stessa Azienda Moscati.
 
Il provvedimento di sospensione temporanea delle attività chirurgiche in elezione è stato comunicato, oltre che alle Unità operative interessate della Città Ospedaliera e del plesso “Landolfi” di Solofra, a tutte le Direzioni Sanitarie delle seguenti strutture esterne afferenti al Simt dell’Azienda “Moscati”: Presidio Ospedaliero “Frangipane” di Ariano Irpino, Presidio Ospedaliero “Criscuoli” di Sant’Angelo dei Lombardi, Clinica “Malzoni”-Villa dei Platani di Avellino, Casa di Cura “Villa Esther” di Avellino, Clinica “Montevergine” di Mercogliano, Casa di Cura “Santa Rita” di Atripalda e Casa di Cura “Villa Maria” di Mirabella Eclano. 

 
La comunicazione giunta dal Moscati rappresenta dunque l’occasione per  lanciare un appello alla donazione di sangue per fronteggiare le emergenze, per dare supporto ai pazienti che non possono fare a meno delle trasfusioni e per consentire una rapida ripresa degli interventi chirurgici programmati.

L’invito alla popolazione a non indugiare nel recarsi presso i centri donazioni delle autoemoteche e delle Unità di Raccolta presenti sul territorio dove sono state attivate tutte le procedure atte a garantire il massimo della sicurezza per i donatori di sangue arriva da ogni parte.

 A causa del Covid-19 la gente già da qualche settimana ha paura di recarsi in ospedale per donare innescando una  “situazione di estrema emergenza” anche per i malati di talassemia, le cui associazioni stanno ribadendo, a più riprese, che “per tutta la comunità scientifica non esiste alcun pericolo per il donatore”.Intanto dal Ministero della Salute è partita una nota indirizzata a tutte le associazioni e federazioni di donatori per raccolta sangue in cui si raccomanda di non sospendere le raccolte del sangue e degli emocomponenti, presso le strutture ospedaliere pubbliche e presso le Unità di raccolta associative nell’intero territorio nazionale. Nonché “di garantire, a tutto il personale operante presso le unità di raccolta, la diffusione capillare e costante delle informazioni inerenti all’epidemiologia del SARS-CoV-2 e alle misure adottate per la prevenzione della trasmissione dello stesso mediante trasfusione di emocomponenti labili, Di garantire, a tutto il personale operante presso le Unità di raccolta, la diffusione capillare e costante delle informazioni inerenti all’applicazione delle indicazioni fornite dal Ministero della salute per la sanificazione e la disinfezione degli ambienti, secondo procedure operative condivise con il Servizio trasfusionale di riferimento. Nonché di fornire ai donatori, in fase di convocazione, adeguata informazione, anche al fine di evitare gli accessi alla donazione in presenza di sintomi associabili a infezioni respiratorie, ivi compresa l’infezione da SARS-CoV-2. E di garantire, a tutto il personale operante presso le Unità di raccolta e ai donatori, la disponibilità di soluzioni disinfettanti per l’igiene delle mani”.

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