I fratelli Inzaghi comandano il calcio italiano. Con un’inversione rispetto all’età anagrafica, il minore, Simone, è in vetta al campionato di serie A e il maggiore, Pippo veleggia con il suo Benevento in testa alla classifica di serie B.
Di fratelli famosi il calcio italiano ne ha avuti parecchi, a cominciare dai mitici Sentimenti, che venivano identificati con il numero romano. E il quarto, Arnaldo, giocò come portiere nel Napoli ed ebbe poi una breve parentesi come allenatore dell’Internapoli. Sotto le sue cure nacque Pinotto Wilson, che sarebbe poi diventato il libero titolare della Lazio campione d’Italia e della Nazionale. Gli stessi Inzaghi furono fratelli celebri in serie A. Ma non era mai accaduto che fratelli già noti irrobustissero la loro fama calcistica da allenatori, e in contemporanea. Una novità assoluta, un primato difficilmente uguagliabile quello dei due ragazzi piacentini che si sono fatti largo nel firmamento calcistico.
E dei due, come calciatore, Pippo ha indubbiamente il palmares più prestigioso. Un fuoriclasse. È stato campione del mondo e vicecampione d’Europa con la Nazionale e a livello di club campione d’Europa con il Milan e campione del mondo e tre volte ha vinto lo scudetto, due con il Milan e uno con la Juventus.
Nella classifica dei gol segnati nelle competizioni Uefa per club è quarto a quota 70 reti alle spalle di Cristiano Ronaldo (120), Messi (100) e Raul (77), ed è il miglior marcatore italiano in Champions con 50 gol realizzati. Durante la sua carriera con i club, è riuscito a segnare in tutte le competizioni internazionali. Per quanto riguarda la Nazionale, ha segnato sia in un’edizione del campionato mondiale (Germania 2006), che in una del campionato europeo (edizione 2000). Insomma ha vinto di tutto.
Nel suo destino ci sarebbe dovuto essere anche il Napoli. Era il 1995, il giovane Pippo si era fatto valere nel Parma, e Ferlaino che aveva allora un feeling particolare con il patron degli emiliani Callisto Tanzi lo aveva praticamente acquistato. Ma accadde qualcosa di imprevisto. “Inzaghi? Noi avere Imbriani”, disse convinto l’allora tecnico azzurro Vujadin Boskov a Ferlaino. Vuja si era innamorato, calcisticamente parlando, di Carmelo Imbriani, proveniente dal settore giovanile, e lo aveva in tale considerazione che lo fece debuttare in prima squadra e si oppose all’acquisto di Superpippo. Nel calcio capitano anche queste sviste clamorose.
Come allenatore Pippo è partito subito dal gradino più alto, dalla panchina del Milan. Ma quella sua prima esperienza non fu particolarmente positiva. Andò poi a riciclarsi sulla panchina del Venezia, dove fece benissimo e quest’anno Vigorito lo ha chiamato a Benevento, dove sta facendo sfracelli ed ha virtualmente già conquistato la promozione in serie A, potendo contare su ben 20 punti di vantaggio sulla terza in classifica, il Crotone.
E veniamo a Simone. Come calciatore non ha raggiunto gli stessi traguardi del fratello. Solo uno scudetto con Lazio, una Coppa Italia e una Supercoppa. Era un abile goleador, ma spesso si lasciava trascinare dalla “dolce vita” e il suo rendimento non fu mai costante. Sempre immortalato accanto a belle donne, ebbe una lunga relazione con Alessia Marcuzzi dalla quale nacque anche un figlio che oggi ha 15 anni. Con la Lazio ebbe momenti di grande fulgore, poi finì malinconicamente la carriera in prestiti a compagini minori. Ma chiamato da Lotito in panchina ha portato la Lazio sempre più in alto in campionato, ha vinto una Coppa Italia e si è qualificato più volte per la Champions. Ma non era mai arrivato in testa alla classifica di serie A.
Per il momento in testa. Ma non è detto che non possa realizzare il grande miracolo di restarvi fino alla fine.