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La pagellina su Inter – Napoli. Koulibaly come il Bambiniello, il vero protagonista del periodo di Natale

La pagellina su Inter – Napoli

Pagellina?
Come ci insegna il professore in Così parlò Bellavista i milanesi preferiscono l’albero di Natale, i napoletani il presepe. Ecco perché l’Inter ha portato in campo le palle e noi le belle statuineAncelotti ha stravolto la formazione ispirandosi alla nouvelle cuisine: un po’ come mettere sugli struffoli le papaccelle, invece dei canditi.
Quando ho visto i giocatori schierati in campo ho pensato: a Natale noi ci abbiamo dato dentro con il cibo, ma Carletto ci è andato giù pesante con il vino.
Koulibaly e Insigne si sono abbuffati così tanto durante le feste che i pantaloncini gli andavano stretti e, per questo, il loro cervello non era bene ossigenato. Ciò spiega in parte i loro gesti, che si potevano sparagnare così come a casa mia potrei sparagnare di preparare l’insalata di rinforzo, visto che non la tocca mai nessuno e nun serve a niente.
Il goal di Lautaro al 91′ è stato come l’ultimo morso di roccocò, che ti scassa il dente e ti intossica non solo quello che ti sei mangiato in due giorni, ma tutto il Natale.

  • Meret. Icardi ha cercato di fargli un regalo al fischio di inizio. Ma il nostro portiere non ha gradito il dono e si è conservato lo scontrino per cambiarlo. Voto 6
  • Mario Rui. Nessuna idea brillante, né iniziativa efficace. Come la pasta e patane con la scorza, che ha il suo perché a tavola, ma che non fa parte del pranzo di Natale. Voto 6
  • Allan. Si è dimenato a centrocampo come il capitone prima di essere fritto: con movimenti inconsulti del corpo, ma senza capa. Voto 5
  • Koulibaly. Come il Bambiniello, è il vero protagonista del periodo di Natale. Alla fine, muore e a noi non resta che sperare che risorga dopo due giorni, invece di tre. Voto 6,5
  • Insigne. Il baccalà salato che ho fritto alla Vigilia aveva più vitalità. Una prestazione da tombolata noiosa, con il parente rompicog… che urla ambo al primo numero e che domanda sempre: è asciuto o 24? È asciuto o 24? Fino a che nun esce. E tu scopri che nun ho teneva manco ‘ngoppe a cartella. Voto 4
  • Albiol. Prestazione sufficiente fino all’espulsione di Koulibaly. Ma è logico: sul presepe il bue tiene senso solo se ci sta pure l’asinello. Voto 6
  • Fabian Ruiz. È entrato in campo come l’ospite che viene a cena con la voglia di far baldoria, ma perde ogni gioia, quando è costretto a sedersi vicino all’ipocondriaco che per tutta la serata gli elenca i sintomi delle sue malattie. Voto 6
  • Zielinski. È come l’ostrica che campeggia in mezzo a gusci vuoti. 89 minuti per aprirla per poi scoprire che non solo non contiene la perla, ma forse non è manco tanto fresca. Voto 6
  • Callejon. Ancelotti lo fa partire da terzino. Nessuno gli aveva spiegato che il “3/2/1” segnato sul foglio, non era un nuovo modulo di gioco, ma la ricetta per lo Spritz. Con l’entrata in campo di Maksimovich ritorna nella sua posizione originale, ma aveva già perduto “o suonne e a fantasia”. Voto 5,5
  • Maksimovich. Entra in campo senza un minuto di riscaldamento, una preghiera, e nemmeno un ktm. Prestazione convincente fino a che sul goal di Lautaro si distrae a guardare la scia della stella cometa. Voto 5,5
  • Milik. Come il panettone con i canditi a casa mia. Si compra ogni anno, si conserva intatto sul frigo, e poi si butta a Pasqua. Ed io mi chiedo puntualmente perché l’ho comprato. Voto 5
  • Mertens. Dovevi essere il bicchiere della staffa per chiudere in bellezza la serata. Ma un bicchiere di citrosodina forse era meglio: almeno ci avrebbe fatto digerire, e non avremmo adesso questo peso sullo stomaco. Voto 5,5  
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