La Mostra d’Oltremare compie 78 anni. Si tratta della struttura di Fuorigrotta che i napoletani vivono tuttora quotidianamente e che fu realizzata, per volere di Mussolini, nell’ambito del rinnovamento urbanistico cittadino dell’epoca.

È il più importante complesso espositivo europeo del secolo scorso. L’obiettivo dell’opera era far vedere visivamente ai cittadini tutto ciò che caratterizzava i possedimenti italiani d’oltremare, stimolare gli imprenditori ad investire ed a commerciare con le colonie ed anche creare turismo e posti di lavoro a Napoli.

Al suo interno vi erano circa trenta padiglioni espositivi e strutture di diversa natura. Tra queste i teatri (teatro Mediterraneo e teatro dei Piccoli), fontane (tra le quali quella dell’Esedra), una piscina olimpionica, ristoranti, bar, il caffè arabo, un parco faunistico e dei divertimenti, una pista di pattinaggio, un acquario tropicale, il laghetto di Fasilides, serre botaniche, una zona archeologica di epoca romana e la stazione della funivia Posillipo-Mostra.

I giardini

Spazio anche al verde con migliaia di alberi e circa un milione di piante. Strutture che, in parte, ancora oggi sono esistenti. A guidare la realizzazione della Triennale fu il giurista napoletano Vincenzo Tecchio. Egli, per la progettazione, coinvolse i più rinomati architetti dell’epoca.

L’inizio dei lavori

I lavori iniziarono il 20 maggio 1938 e l’imponente struttura aprì al pubblico il 9 maggio 1940 alla presenza di Vittorio Emanuele III. Chiusa un mese dopo per l’inizio della guerra, riaprì agli inizi degli anni ’50 nelle vesti di “Prima Mostra del Lavoro Italiano nel Mondo”. Un’opera rimasta tutt’oggi monumento testimoniale dell’arte italiana del ‘900.

Gli anni 70

Dagli anni ’70, infatti, c’è stata una rivalutazione dell’architettura del ventennio da parte della storiografia architettonica di sinistra. Si è iniziato a distinguere il valore dei professionisti e delle strutture realizzate dal periodo di riferimento.

Si tratta di una struttura che continua ad avere il suo fascino – ha detto Donatella Chiodo, presidente della Mostra d’Oltremare, attraverso le colonne del quotidiano “Roma” – ed è capace di adattarsi ad ogni evento. Un luogo che mi emoziona sempre. Ci vogliono molte risorse ma sarebbe bello poter riqualificare il suo intero patrimonio storico. Già oggi attrae molte persone come studenti e visitatori. Se da noi alloggeranno gli atleti delle Universiadi, faremo in modo che vivano pienamente la Mostra e metteremo in funzione la fontana dell’Esedra. Per l’ottantesimo anniversario l’obiettivo è rendere fruibili tutti gli spazi verdi“.

Ad intervenire è anche Luigi Mascilli Migliorini, docente di storia moderna presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”:

“La Mostra ha rappresentato una delle grandi illusioni di questa città. Una Napoli di appuntamenti mancati. Stavolta non per colpa dei cittadini bensì per gli eventi storici che si susseguirono. Fu pensata in funzione della conquista dell’impero. Era essa stessa l’immagine degli imminenti venti di guerra del periodo, che poi hanno segnato il suo destino successivo. Ma oggi, dopo tanti anni, ritengo che si possa essere pronti per poterla coniugare con la prospettiva pacifica che contraddistingue la mediterraneità di Napoli. La qualità architettonica della struttura è indiscutibile e sarebbe importante riqualificare il patrimonio storico al suo interno. Se non altro per creare turismo e lavoro, due aspetti che richiamano alcuni degli obiettivi iniziali. In occasione dell’ottantesimo anniversario si potrebbe organizzare nella struttura di Fuorigrotta una mostra che racconti le sue origini”.

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