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Marta Fana e il precariato

Quinta ristampa per il libro

“Di precariato si muore”. Voucher, contratti senza garanzie, lavoro a chiamata, lavoro nero, lavoro povero, lavoro “a due tempi” (gratuito prima, precario poi, se va bene!) nei servizi pubblici, nella logistica, nella grande distribuzione, nei trasporti. Questi gli argomenti al centro di Non è lavoro, è sfruttamento (Editori Laterza – Tempi Nuovi), il saggio-inchiesta di Marta Fana, giovane studiosa di politica economica presso l’Institut d’Études Politiques di SciencePo a Parigi, un’analisi dettagliata e appassionata della precarizzazione e della frammentazione del mercato del lavoro italiano, che scardina punto per punto la narrazione dominante fondata sui diritti dei consumatori e le sue innumerevoli giustificazioni a ogni pratica di sfruttamento e, dove a essere chiamata in causa, è soprattutto la politica con le sue riforme e controriforme e gli imprenditori del nostro Paese. Il testo, un autentico caso editoriale, giunto in poco più di tre mesi dall’uscita già alla quinta ristampa, ha il pregio di coniugare sapientemente l’astrattezza dei numeri con la concretezza delle storie. Al rigore dei dati statistici si affianca, infatti, la verità che viene dalle voci di chi è vittima quotidiana delle assurdità denunciate: Chiara la cassiera, Abd Elsalam, l’operaio della logistica morto ammazzato durante un picchetto, Laura e Andrea, “volontari” della Biblioteca Nazionale di Roma… Un libro che come un viaggio conduce negli inferi dello sfruttamento, ma che vuole essere soprattutto un grido e un invito ai subalterni a riconoscersi e riunirsi per imparare a reagire, “perché alla barbarie non bisogna solo resistere, bisogna sconfiggerla!”.

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